La partenza di quello che resta della risalita è attualmente all'altezza di Quartiere Azzurro, anche se, con ragionevole certezza, all'epoca della costruzione della batteria doveva trovarsi qualche decina di metri più a valle. Fortunatamente esiste una serie di scatti fotografici che documentano i momenti salienti del trasporto delle artiglierie e della virola. Parte della collina venne appositamente sbancata, spianandone alcuni punti ed addolcendo il ripido pendio in alcuni altri. Il materiale estratto dalla montagna durante la realizzazione delle gallerie, venne riutilizzato per completare il livellamento della risalita e per preparare un sottofondo adatto a sopportare dei carichi così pesanti quale potavano essere la torre di tipo navale ed i suoi pezzi di artiglieria. Da ultima venne posata la doppia coppia di binari. Cadenzati a circa una cinquantina di metri l'uno dall'altro, sono visibili delle costruzioni ellittiche in cemento armato, profondamente inserite nel terreno. Certamente avevano la funzione di fermare l'eventuale movimento franoso dei massi e dei ciottoli che erano serviti per fare da massicciata alla doppia fila di binari. In alcune foto storiche sono perfettamente visibili e si trovano a filo terreno. Sempre cadenzate per tutto il percosso da valle a monte sono presenti le zanche di fissaggio dei binari, fissate al terreno ed affogate in una base in cemento armato. Facile ipotizzare che servissero, vista la ripidità del percorso, ad evitare lo sradicamento di binari e traversine e il conseguente ribaltamento dei pezzi trasportati. A metà del percorso, nell'unico tratto pianeggiante, sono ancora visibili i basamenti di un argano (le cui funi hanno inciso il cemento armato) e probabilmente di due piccoli tralicci. Lungo tutto il percorso, ubicato sulla sinistra salendo, è visibile un piccolo cavidotto, coperto con lastre in cemento, in cui trovavano posto probabilmente sia l'alimentazione elettrica per gli argani, per l'osservatorio a valle, e qualche cavo telefonico per le comunicazioni. In cima, quasi raggiunta la carrabile, la coppia di rotaie ha una deviazione di 90°. Proprio in questo punto troviamo il basamento del secondo argano. Un terzo era probabilmente posizionato proprio in corrispondenza del pozzo del 381, una decina di metri a valle dello stesso. LEGENDA delle IMMAGINI STORICHE: La sequenza ritrae le fasi del sollevamento dei cannoni da 381/40 dalle alture di Quinto sino a Monte Moro. Immagini per gentile concessione di STORIA MILITARE, tratte dal volume: Carlo Alfredo Clerici LE DIFESE COSTIERE ITALIANE NELLE DUE GUERRE MONDIALI, Albertelli Edizioni Speciali, collana Storia Militare Parma 1996 Copyright Progetto Monte Moro 2023 - vietata la copia non autorizzata
Le uniche tracce di quanto resta dela coppia di binari. Uno spezzone piantato nel terreno e un pezzo da due metri, dimenticato dopo lo smantellamento e il recupero del ferro nel primo dopoguerra. Vista panoramica dal tetto dell'osservatorio posto nelle vicinanze della risalita dei pezzi L'osservatorio Particolare di una delle uscite di emergenza dell'osservatorio L'osservatorio il primo tratto della risalita, a monte dell'osservatorio Uno dei molti ganci con cui le rotaie erano saldamente fissate al terreno Particolare della canalizzazione che corre lungo tutto il tragitto della risalita, a fianco dei binari. Conteneva sia i cavi per i collegamenti telefonici telefonici fra l'osservatorio e la batteria, sia quelli per l'alimentazione elettrica proseguendo la risalita, si incontrano altre piattaforme in cemento per il contenimento della massiciata su cui erano alloggiati i binari Raggiunta la metà del tragitto, troviamo l'unica parte in piano. In questo punto era collocato un argano e due piloni Particolare del basamento dell'argano Questa immagine ritrae lo stesso punto immortalato da una delle fotografie storiche, la quarta Vista d'insieme del tratto pianeggiante,visuale verso sud Anche in questo caso, è ritratto lo stesso punto di due delle foto d'epoca: la seconda e la ottava I segni lasciati dalle funi in acciaio sul basamento dell'argano Particolare di uno dei basamenti dei piloni adiacenti al motore Ultimi tratti del percorso, a grandi linee siamo nel punto della fotografia storica numero 5 L'ultima parte, quella immortalata nella fotografia storica numero 8. L'arco in cemento armato è stato costruito successivamente, per sorreggere la strada carrabile Sotto L'arco in cemento, l'ultimo dei basamenti per i motori degli argani Vista d'insieme del tratto di risalita delle artiglierie, preso dalla strada di accesso alla 251^
La risalita delle artiglierie
L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra L’interno delle gallerie, in primo piano il carrelo 1 della galleria destra
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Vista d'insieme del complesso sistema di doppi binari per il trasporto dei pezzi in quota I due pezzi sono parcheggiati a bordo strada, il posto è Quartiere azzurro, sopra l'abitato di Quinto alMare Risalita della "Virola" della torre binata uno dei pezzi affronta la prima fase della risalita Durante la risalita Il pezzo finalmente arrivato in vetta. Da notare che i binari ripartono perpendicolari rispetto al primo tratto